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La storia della Città Internazionale dei Marmi “inizia nella notte dei tempi, nel silenzio della scrittura, tra lontani progenitori di cui poco o nulla sappiamo” la sua storia è legata strettamente a quella della Città di Erice e ne ricalca l'idioma e le tradizioni, poiché, fino alla metà del 1900 il territorio Custonacese era parte integrante di quello Ericino, avente a una vastissima superficie estendendosi fino a Castellammare del Golfo.

Senza dubbio il territorio è stato frequentato ed abitato fin dalla preistoria, come attestano alcuni reperti archeologici ritrovati negli scavi effettuati dalla Soprintendenza ai beni Culturali di Trapani.

All’interno della Grotta Miceli, sono presenti incisioni lineari del periodo Paleolitico superiore, nella Grotta Mangiapane un ampio Antro di origine Marina vi sono tracce di un antico insediamento preistorico poi trasformato in borgo con case basse e vicine ed utilizzato nei vari secoli per abitazione prima fino alla fine della seconda guerra mondiale e successivamente per ricovero degli animali, ed attualmente e adibita a Museo Etno - Antropologico e scenario suggestivo del Presepe Vivente di Custonaci, meta di migliaia di visitatori; altre testimonianze si trovano nellaGrotta Buffa e nella Grotta del Crocifisso, parte di questi reperti sono esposti al Museo Preistorici di Torre Ligny di Trapani, in quello Archeologico di Palermo e in alcuni di Parigi.

Sicuramente questo territorio è stato abitato o meglio fruito dai vari popoli che si sono susseguiti nella storia della Sicilia Occidentale dai Sicani, agli Elimi, dai Romani, agli Arabi, nonché dai Normanni fino ad arrivare ai nostri giorni.

Questa parte di territorio fino all’avvento dei Normanni non ha visto periodi molto prosperosi, infatti si hanno pochissime testimonianze, solo dopo, con i Normanni, si ha avuto un risveglio socio culturale del circondario.

Con l’istituzione delle Città Demaniali i Normanni organizzarono con nuovi criteri innovativi l’uso dei territori non ancora coltivati o utilizzati, il territorio di Monte San Giuliano, venne diviso in quote della estensione media di 560 salme, denominati “Feudi” e corrispondenti nel nome ai 14 “Casali”, tra cui era compreso il territorio dell’attuale Riviera dei Marmi, nel XVII sec. a causa di usurpazioni ed impossessamenti, si ridussero a 10.

Il feudo era diviso in “Parecchiate”, di proprietà del Regio Demanio che venivano concessi in gabella a ciascun concorrente che faceva la propria offerta.

La storia che va dal XII sec al XIX sec quindi e legata allo sviluppo di casali dati in enfiteusi.

Alcuni documenti antichi riportano i Toponimi di“Custunàchi” e “Custunachiò” riferendosi ad un fiume non molto distante dal Monte Cofano, in alcuni atti e scritture Ericine del 1400 si possono iniziano a riscontrare invece i toponimi di “Custonàci” e “Custonaci”.

Il più antico documento in cui si fa menzione il nome di custonaci è il “Privilegium” nel quale l’Imperatore Federico di Svezia, nel maggio 1241, confermava ai cittadini “Habitatores” della cima del monte, provenienti da diverse luoghi di Sicilia, della penisola Italica e del Mediterraneo, per avere ripopolato l’antica Erice, la concessione dell’esteso territorio fatta nel da Re Gugliermo II d’Altavilla (1154 - 1189).

Nel 1791 a seguito del decreto emanato da Re Ferdinando di Borbone sono nate numerose contrade (Assieni, Sperone, Pagliaia, ecc) tutte facenti capo alla frazione di Custonaci.

La Frazione di Custonaci si andò sviluppando secondo un impianto ortogonale intorno al Santuario della Madonna, importante luogo di culto e meta di pellegrinaggi e processioni folcloriche, solo nel 1948 ottenne l’Autonomia dal capoluogo, con legge della Regione Siciliana del 3 dicembre 1948, dopo un travagliato iter Burocratico, facendo da apripista ad altri Comuni viciniori che da li ha poco hanno chiesto ed ottenuto che loro l’Autonomia da Erice.

Nel 2004 con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 Novembre il Comune è stato concesso il titolo di “CITTA’.