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CUSTONACI TERRA MARIANA”

(elargisce 200 giorni in perpetuo a tutti i devoti visitatori, nonché indulgenza plenaria nei giorni dell’Otto Dicembre e nell’ultimo Mercoledì di Agosto)

Il Santuario Mariano intitolato a Maria Santissima di Custonaci, che fa parte dell’omonima Parrocchia, eretta nel 1909, e rientra nella Diocesi di Trapani.

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E’ un luogo di culto, un luogo sacro, dove la beata Vergine fa sperimentare, in modo particolare, la sua materna intercessione, un luogo visitato sia da fedeli devoti sia da pellegrini che vi si recano numerosi per consolidare la loro Fede e per venerare l’Immagine della Vergine Maria.

 

 

L’edificio religioso si presenta imponente nella sua mole ergendosi proprio al centro del paese, come a protezione delle abitazioni cirostanti; è senza dubbio la testimonianza storico – artistica più interessante dell’intero territorio della Città di Custonaci. L’attuale chiesa deriva da una capelletta dedicata alla Vergine Maria della Concezione, dove al suo interno presiedeva un affresco che la raffigura.

Con il crescere della devozione al culto per la Madonna di Custonaci, risalente al 1400 circa, con il crescente numero di fedeli e con la necessità di ospitare il cappellano in modo permanente, l’originaria cappella ha subito, diverse modifiche ed ampliamenti nei vari decenni.

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I primi lavori consistenti datano al 1536, altri tra il 1727 ed il 1772, e l’ultimo intervento più consistente risale tra il 1870 ed il 1900 ad opera del Beneficiale Canonico Mons. Giuseppe Rizzo, che si accinse a variare l’intero impianto del Santuario: dal disegno all’architettura, dalla maestosa scalinata all’artistico selciato, dalla facciata in stile gotico alle fiorate colonne. La spesa totale fu ingente, per quei tempi, come si può leggere su una lapide ricordo murata all’interno della navata laterale destra nelle vicinanze della cappella del Santissimo Crocifisso.

Alla vista del Tempio si rimane affascinati: salita la maestosa gradinata a tenaglia è possibile attraversare il sacrato artisticamente disposto a rosette, realizzato con ciottoli mare di diverse dimensioni e colori, con disegni geometrici di alto gusto estetico.

Sopra il portone centrale in noce del 1842 si trova un grande rosone in tufo a vetri colorati.

Sul lato sinistro dell’edificio s’innalza il campanile che ospita tre grosse campane ed un’altra posta lateralmente; nel 1794 fu rifusa l’antica campana risalente al 1577 per realizzarne una più grande, ovvero l’attuale campana maggiore dal suono veramente ammirabile.

Sul lato destro del Santuario invece si può ammirare la torretta dell’orologio; un altro orologio più antico del 1883 si conserva nei locali del Santuario.

 La Chiesa ha in impianto a forma di croce romana, a tre navate, la maggiore delle quali è delimitata da due ordini di colonne che sorreggono gli archi acuti della maestosa volta affrescata, e come tutta quanta la chiesa.

navata_centrale1L’interno è un gioiello d’arte, di maestria e bellezza, grazie sia alle le forme proporzionate e slanciate e sia alle sue linee puramente gotiche, formando un insieme veramente armonico.

Il pavimento è stato realizzato in marmo di vari colori risalente al Tardo Ottocento.

Sugli archi acuti poggiano le finestre in stile pure ogivale che, dai variopinti vetri, lasciano passare una luce soffusa che invita al raccoglimento ed alla preghiera.

Per volontà del popolo custonacese nel Maggio del 1923, è stato collocato sulla seconda colonna a destra della navata centrale un mezzobusto in marmo bianco di Carrara, realizzato a Milano, alla cui base è incisa un’epigrafe semplice: “S’irradia una luce sfolgorante che ti fa l’elogio più bello, più nobile, più eloquente che l’uomo possa desiderare: A Mons. Giuseppe Rizzo – Insigne Benefattore – Il Popolo”.

Sulla colonna opposta a sinistra invece è stato collocato un altro mezzo busto raffigurante il nobile ericino P. F. Paolo Coppola.

 navata_centraleAll’interno della navata centrale si può ammirare l’altare maggiore in stile barocco realizzato nel 1627, adornato con marmi intarsiati a vari colori. Nel 1728 è stato realizzato l’attuale apparato marmoreo, dove, alla sommità centrale è posta la statua marmorea dell’Immacolata, opera delle caratteristiche sintattiche compositive databili alla prima metà del XVII secolo, mentre sono presenti ai fianchi due statue in legno, dipinte a finto marmo, raffiguranti i due patroni di Erice Sant’Alberto e San Giuliano.

Nella parte inferiore, in corrispondenza a queste, sono ubicate invece altre due pregiate sculture che raffigurano rispettivamente l’Abbondanza e la Sapienza, le quali sono state realizzate nel 1756 da Pietro Calamela, scultore trapanese esperto in manufatti in legno, in avorio e in madreperla.

 L’altare Maggiore è stato dichiarato “Privilegiato Quotidiano Perpetuo” nel 1884 da Gregorio XVI.

madonna2Nella  Nicchia centrale, che forma il presbiterio, è custodito il taumaturgico dipinto miracoloso raffigurante la Madonna di Custonaci, che è il fulcro dell’intera facciata marmorea, ornato da una cornice in legno con soprastante lamina in argento.

Sulle pareti laterali si possono ammirare due grandi affreschi risalenti alla prima metà del secolo XVIII, raffiguranti sulla destra la “Natività della Vergine”e sulla sinistra la “Natività con i Pastori”, da apprezzare per la loro vivacità narrativa delle scene rappresentate. Gli affreschi sono stati realizzati da Domenico La Bruna.

In alto sulla parte centrale del coro è presente un altro magnifico affresco figurante Dio Padre.

In basso sui muri laterali è collocato il Coro Ligneo in noce intagliato del secolo XVIII, secondo un modulo compositivo che rimanda a soluzioni rococò ed è stato arricchito di decori policromi sulle spalliere.

Nella navata laterale destra, in prossimità della porta d’ingresso, è ubicato un quadro realizzato in tela e carta raffigurante Ecce Homo (o cristo alla corona), ed una lapide dedicata a Francesco d’Andrea Messina, mentre sulla porta laterale troviamo un affresco raffigurante un Trasporto ad Erice Vetta, del quadro posto dentro la “Vara”.

Nella parte terminale della navata destra vi sono due altari uno posto sulla destra dove è collocato il Cristo in Croce in legno del XVIII Sec e una Statua della Madonna in carta pesta; e l’altro frontale dove vi è ubicato un dipinto raffigurante San Pietro Nolasco del fine XVII inizio XVIII Sec. realizzato da Giuseppe Felici.

Nella navata laterale sinistra in prossimità dell’ingresso principale, troviamo una tela raffigurante la Natività con i Santi Francesco e Rocco attribuito a Domenico La Bruna, derivante da uno stendardo professionale, al di sotto è ubicato il Fonte Battesimale realizzato in parte in marmo da Mario Bruno e figli nel 1884 e in parte in legno realizzato dallo Scultore Giacomo Miceli nel 1891.

Sopra la porta laterale sinistra un altro affresco raffigurante lo sbarco dell’immagine di Maria a Cala di Buguto, adiacente all’affresco un confessionale in legno, nella parte terminale della navata sinistra vi sono altri due altari, dove è possibile ammirare su quello sinistro la statua di San Giuseppe Lavoratore in legno del 1800, e in quello frontale una tela del 1772 raffigurante la “Morte” (o Transito) di Giuseppe Felici. buy baclofen lioresal 10mg and 25mg online

Proseguendo vi sono i locali della sacrestia dove è conservato un Crocifisso ligneo della prima metà del secolo XVI, e un monumentale armadio ligneo.

Dalla sacrestia tramite una scalinata risalente al 1701 si accede ad altri ambienti del Santuario aventi diverse destinazioni, infatti recentemente è stato realizzato il Museo del Santuario “Arte e Fede” dove sono stati esposti, Ex Voto, Dipinti, Sculture Lignee, Suppellettili Liturgiche, la Cassa per il trasporto della sacra immagine ad Erice, la cosiddetta “VARA DELLA MADONNA”, ideata e disegnata dal sacerdote Carlo Peraino e realizzata dall’ebanista Giuseppe Loretta nel 1831, e recentemente restaurata.